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Tag: dialogo

Confliggere a distanza

Pubblicato 3 gennaio 2022 da Psicologa Psicoterapeuta Tatiana SicouriLascia un commento

Siamo proprio, a quanto pare, intrisi di conflittualità, attraverso veicoli di intermediazione del messaggio sempre più frammentati e discontinui. Ci accontentiamo di raccogliere stralci di informazioni e messaggi, per intraprendere battaglie linguistiche (nella migliore delle ipotesi) su fronti di schieramento di cui sentirci parte e paladini più o meno consapevolmente.

Spesso la nostra capacità di ‘ascoltare’ il messaggio-contenuto è secondaria rispetto al riconoscimento della fonte o della posizione da cui proviene.

Così (ahi quanto la storia si ripete inesorabilmente!), siamo più preoccupati della posizione del nostro interlocutore-antagonista, che del suo reale pensiero e messaggio (quando c’è!).

Le distanze sono aumentate, non solo perchè impossibilitati ad incontrarci di persona, autenticamente e dinamicamente, ma anche perchè siamo sempre meno disposti a mettere ‘sul piatto’ del dialogo i nostri pensieri ed emozioni, in posizione difensiva, spesso protesa alla vittoria piuttosto che al confronto e all’eventuale e pericolosissimo cambio di posizione. Rivedere i propri pensieri e cambiare idea è qualcosa di dinamico, possibile (per quanto difficile) solo attraverso l’evoluzione nella relazione dinamica. Come possiamo cambiare idea se difficilmente incontriamo gli altri come individui, piuttosto che come ‘rappresentanti’ di una posizione/pensiero socialmente identificata?

E non è una cosa seria cercare di capire perchè i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente? Non è importante la guerra tra le pecore e i fiori? Non è più serio e più importante delle addizioni di un grosso signore rosso? E se io conosco un fiore unico al mondo, che non esiste da nessuna parte, altro che nel mio pianeta, e che una piccola pecora può distruggere in un colpo, così un mattino, senza rendersi conto di quello che fa, non è importante questo!?

Il piccolo principe

Sono semplificazioni. Chiaramente provocatorie, ma ascoltando tra le righe dei nostri quotidiani dialoghi e scambi con le persone, ci accorgiamo del modo in cui affrontiamo l’incontro? Ci rendiamo conto se veramente l’ascolto si pone come condizione dinamica di un’assunzione di responsabilità di ascolto autentico di sé, quanto della sua potenziale indeterminatezza e incoerenza?

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La scuola e la responsabilità individuale dei futuri cittadini

Pubblicato 23 ottobre 201823 ottobre 2018 da Psicologa Psicoterapeuta Tatiana SicouriLascia un commento

Come cucinare una buona ricetta?

La scuola è il primo vero grande contesto in cui l’individuo si sperimenta come essere individuato, in una dimensione comunitaria di persone con ruoli e gerarchie differenti.scuola3.jpg

I vari ruoli sociali agenti nella comunità-scuola hanno a loro volta aspettative implicite ed esplicite sugli altri attori convolti nel processo educativo…e culturale.

Ecco un’ipotesi di rappresentazione sociometrica delle reciproche aspettative implicite:

Aspettative reciproche implicite
Genitori, insegnanti e alunni hanno reciproche aspettative implicite

Emerge qui la non corrispondenza tra le diverse aspettative, dovuta ad una comunicazione talvolta parziale sul piano educativo, oltre che didattico. Molte scuole consolidano il rapporto famiglie-scuola-alunni con il Patto Formativo, firmato a tre mani ad inizio d’anno, ma sappiamo che si tratta di un accordo unidirezionale, in cui non è stato possibile esplicitare in modo circolare aspettative e vincoli, dando uguale spazio di parola e pensiero a tutti gli ‘attori’ in gioco.

Nella nostra società, pregna di comunicazioni trasversali e complesse, tutti gli attori hanno teoricamente pari diritto e spazio di parola, alimentando attraverso i media-social dinamiche in cui può accadere di  rimbalzarsi reciproche responsabilità e ‘funzioni’ di ruolo. Ne consegue che si perde di vista il ‘chi fa cosa’?rabbia2

Allora ecco perchè parlare di responsabilità oggi?

Perchè le modalità comunicative e organizzative del tempo attuale consentono di svicolare in modo semplice e naturale dalle responsabilità individuali per una serie di ragioni.

In parte perchè il mondo social veicola modalità anonime quanto egocentriche di esaltazione della soggettività, ma senza troppo implicare le persone/cittadini in un reale sforzo di azioni significative per la collettività, responsabili e riconoscibili ai fini di un’evoluzione culturale della Comunità di appartenenza.

In parte perchè ci stiamo facilmente abituando ad una modalità soft di partecipazione all’esperienza reale, in cui è sufficiente cliccare “partecipo” per darci l’illusione di essere realmente parte di un avvenimento, così come è facile decidere di non partecipare ad un impegno preso, in virtù di una percezione della propria presenza come accessoria, non fondamentale, ulteriore a quella di molti altri, altrettanto anonimamente non essenziali.

Sto ovviamente estremizzando…ma neanche tanto!

Accade così che i luoghi che da sempre detenevano un ruolo centrale nella formazione dell’individuo, ai fini di un sempre crescente coinvolgimento del futuro adulto nel processo trasformativo dei luoghi di vita e lavoro, perde spessore e accompagna quel senso di transitorietà delle persone nei luoghi importanti dell’esistenza, tra cui la scuola.

E proprio come gli studenti non avvertono il potere culturale della scuola, come luogo di crescita formativa personale, prima ancora che come luogo di sviluppo di competenze tecniche ad uso del futuro ‘lavoratore’, ugualmente gli insegnanti si sentono ‘depotenziati’ nel valore scientifico e culturale che dovrebbero o potrebbero trasmettere ai giovani alberelli ancora acerbi.

Più che mai al tempo attuale di transitorietà delle esperienze, in luoghi molto spesso fruibili con ‘modalità leggere’ di appartenenza e partecipazione, la scuola detiene un ruolo centrale come agente educante sul piano non solo didattico e culturale, ma anchee soprattutto sociale e umano, perchè proprio dentro la scuola si giocano e si agiscono i meccanismi relazionali che preparano i futuri cittadini ad una visione del mondo poliedrica e multiculturale, che ci piaccia o no, portatrice di saperi complessi e integrati.ricetta2

Agli insegnanti l’arduo compito di mescolare gli ingredienti saporiti e coraggiosi di questa preziosa ricetta!

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Bullismo…che brutta storia!

Pubblicato 22 Maggio 20181 ottobre 2020 da Psicologa Psicoterapeuta Tatiana SicouriLascia un commento

Il bullismo: un fenomeno da conoscere

Il bullismo è uno degli argomenti sulla bocca di tutti. Se ne parla, fa paura, si tocca con mano quando i nostri figli o qualcuno a noi vicino vive un’esperienza diretta…sulla propria pelle.

In genere siamo portati ad immaginare che le persone toccate dal bullismo abbiano caratteristiche particolari, riconoscibili, siano essi le vittime o i ‘bulli’.bullismo6

In verità, potrebbe stupire  molte persone sapere che può capitare a chiunque. I ragazzi, sempre più spesso anche i bambini, vittime di bullismo non hanno nessun segno distintivo, nessuna caratteristica riconoscibile che lasci pensare ad un predestinato. Sono semplicemente diventati oggetto di attacchi da parte di un gruppo, di cui il ‘bullo’ diventa il leader. Non ci sono spesso ragioni specifiche, se non il fatto che in genere la vittima di bullismo è più facilmente isolabile o isolata, dunque più fragile o attaccabile.

Quali sono le caratteristiche del bullo? Dipende. Non è vero, come spesso si crede, che a ‘giocare la parte del bullo’ siano ragazzi provenienti da ambienti di scarsa cultura e disagio socioeconomico. Molto frequentemente, anzi, i bulli provengono anche da famiglie agiate e cosiddette ‘per bene‘.

Cosa spinge allora un ragazzo a trasformarsi in carnefice persecutore nei confronti di un compagno fragile, timido o isolato?

bullismo6Le ragioni, naturalmente, non possono essere elencate in modo meccanico e universale, ma occorre approfondire ogni singola storia personale e familiare, ma anche il contesto sociale e ambientale in cui si verificano i fenomeni di bullismo:

  • come si pone la scuola, la classe, gli insegnanti?
  • come si pongono le famiglie non coinvolte direttamente di fronte agli eventi?
  • quanta conoscenza c’è del fenomeno e quali fantasie hanno i genitori sui propri figli?
  • di quali strumenti dispongono i genitori per affrontare le condotte dei figli?
  • che tipo di comunicazione si coltiva in famiglia?
  • che ruolo gioca il gruppo dei pari? chi approva o disapprova i comportamenti aggressivi e persecutori del bullo?

Come si può intendere non è possibile affrontare e risolvere un fenomeno così complesso e sfaccettato in poche parole e in modo univoco, ma ogni situazione va considerata nella sua specificità, ponendo allo stesso tempo grande attenzione al lato personale e alla dimensione sociale come contesto di vita.

bullismo7

PER APPROFONDIRE QUESTO TEMA VI ASPETTIAMO

Martedì 29 Maggio Ore 18.30

Studio Professionale Baroncini | via Val di Sole 22, Milano

INFO E PRENOTAZIONI

Tel. 331/3324133 oppure Mail a aldo.baroncini@tin.it

 

Per approfondire l’argomento

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Mi prendo cura di me

Pubblicato 28 settembre 20171 ottobre 2020 da Psicologa Psicoterapeuta Tatiana SicouriLascia un commento

…ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore    …              perchè io avro cura di te…  

body painting…diceva Franco Battiato 

Prendersi cura di sé è spesso considerato un lusso, un optional o un privilegio di pochi.​​

Come impariamo a prenderci cura di noi stessi, prima che ancora che degli altri?

Saranno le nostre esperienze di cure ricevute che ci insegneranno a dare a nostra volta cura … alla persona amata, ai figli, ai pazienti, ai clienti, alle persone che incontriamo e riteniamo possano giovare della nostra vicinanza e ne meritino il valore.

Prima ancora che di altri però dobbiamo imparare a prenderci cura di noi, dei nostri bisogni, dei nostri spazi, dei nostri tempi…

Possiamo permetterci di dare ascolto alle emozioni che spesso affiorano, ma tendiamo a ricacciare in fondo agli spazi di vita quotidiana, se lo decidiamo con fermezza. Non è di certo automatico nè immediato, non è ovvio nè semplice nell’ordine delle cose di ogni giorno, poter davvero aprire le porte ad uno spazio di ascolto di sé in cui lati oscuri e prospettive di luce abbiamo una loro dignità di vita.

Un tempo…uno spazio…un nome…

A volte sono le persone intorno a noi, quelle a cui affidiamo pezzettini del nostro cuore, che ci aiutano a riservare a questo bisogno lo spazio che merita. Altre volte invece siamo noi stessi a garantirlo e difenderlo con le unghie e con i denti, dalle continue interefernze di una vita ricca di parentesi e spezzettati spazi di relazioni spesso fugaci, estemporanee e un po’ casuali.

Grazie alle relazioni spesso possiamo respirare profondamente in quello spazio di vita emotiva che restituisce profondità alla vita che ci scorre tra le mani digitanti.

Lo PSICODRAMMA è un modo, tra altri, per prendersi un spazio per sé, di vero ascolto interiore, grazie alla relazione con gli altri e ad un sincero rapporto integrato tra mente e corpo.


Di cosa si tratta?

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Di momenti di gruppo, rivolti a tutti, in cui poter dedicare a sé stessi uno spazio di ascolto e narrazione, consapevolezza e ricerca, per poter orientare la propria vita secondo bisogni e desideri, risorse e limiti, anche grazie alla relazione con altre persone.

Perchè partecipare?

Per accrescere il proprio potenziale espressivo e la propria autodeterminazione.
Per meglio comprendere le relazioni della propria vita, a casa e sul lavoro.

Per vedere con occhi diversi la propria persona e immaginare evoluzioni possibili.

INFO E ISCRIZIONI

tatianasicouri@gmail.com | +39 347 8938317 | http://www.psicologatatianasicouri.com

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Digressione•Categorie adulti, benessere, consapevolezza, corpo, crescita personale, cura, gruppo, milano, psicodramma, Psicoterapia, relazione•Tags ansia, autostima, benessere, corpo, crescita personale, depressione, dialogo, gruppo, milano, psicologa, relazione

Chi educa alla cooperazione, chi si oppone allo spietato dominio della ‘mors tua vita mea’ nel gioco, nelle attività scolastiche, nella vita, oggi è suffragato solo dal futuro, dalla tensione verso una società in cui verrano “insegnate” come prioritarie la simpatia, l’empatia, e la capacità di gestire i conflitti e la non violenza.

Daniele Novara

Così crediamo profondamente nell’importanza dell’ascolto e della capacità di mettersi nei panni dell’Altro come valore etico e relazionale, immaginando una società di persone capaci di autentica disponibilità all’Incontro, partendo da una buona dose di Consapevolezza di sé e capacità di orientarsi nella propria vita con serena apertura e spontaneità.

noi genitori del vigentino - ciclo di serate per genitori

Incontri Genitori

Sorgente: Incontri Genitori

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Dialogo tra famiglia e scuola

Stato•Pubblicato 15 settembre 201715 settembre 2017 da Psicologa Psicoterapeuta Tatiana SicouriLascia un commento

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