Pratica guidata di esplorazione somatica ed emotiva
Laboratorio in presenza per #amedi 22 maggio 2021 | Condotto da Tatiana Sicouri
Il laboratorio si propone come un’esperienza di esplorazione dei propri movimenti somatici ed emotivi, attraverso il corpo, la parole, le immagini …la narrazione. Non occorre alcuna esperienza o competenza pregressa. Ogni persona ha la possibilità di parecipare secondo le proprie disponibilità emotive e bisogni autentici.
L'assocazione Amedi - Associazione Movimento Evolutivo Dinamico Italia - propone mensilmente incontri laboratoriali in presenza e On-line, volti ad approfondire processi di consapevolezza di sè, in contatto con il proprio bagaglio emotivo e memoria corporea
Inutile ripetere per l’ennesima volta quanto la situazione di Pandemia mondiale che stiamo vivendo influenzi il benessere psicofisico delle persone…
O forse non è inutile? Forse invece è importante ricordare e riconoscere alle persone il diritto di essere preoccupate, ansiose, inquiete, spaeventate, instabili, umorali, stanche…etc etc etc…
Molte persone vivono il malessere senza accoglierlo. Molti non riconoscono a se stessi il diritto di avere momenti di stallo e disorientamento, perchè la società ci chiede di continuare ad essere ‘adeguati’ e la vita quotidiana in famiglia e nelle relazioni pone continuamente condizioni di mediazione tra i bisogni individuali e i vincoli collettivi.
E così ci affaniamo alla ricerca di un equilibrio dinamico, accompagnato da sensazioni di disagio o inaduegatezza, che non sempre prendiamo il giusto tempo per legittimare e prendere in carico.
I modi per prendersi cura di sè sono molti e ognuno di noi trova nel tempo strategie personali. Non tutti viviamo con serena disponibilità la possibilità di chiedere aiuto …alle persone a noi vicine, agli amici, i colleghi, professionisti, partner. Ci vergogniamo.
La vergogna ha orgini primarie nella nostra esistenza e talvolta influenza i nostri comportamenti inconsapevolmente. Ne siamo influenzati senza averne coscienza e ci precludiamo la possibilità di intraprendere un percorso di Cura di sè nei modi e tempi che il nostro bisogno richiede
A volte bastano poche parole o una chiacchierata informale per attivare pensieri ed emozioni, che ricordano a noi stessi quanto il benessere psicofisico e relazionale influenzi le nostre scelte, l’orientamento personale e relazionale quotidiano, ma anche la possibilità di investire con fiducia sui propri progetti personali e professionali.
Nell’equilibrio dinamico di individui sociali in una società definita ‘fluida’, piccoli assestamenti possono generare cambiamenti significativi per noi stessi e per le persone che fanno parte del nostro ‘sistema-mondo relazionale’.
La consapevolezza è una grande risorsa, che non sempre facilita le proprie decisioni e intenzioni, ma indubbiamente le rende decisamente più interessanti!
Workshop di Psicodramma On-line … Alla ricerca del bambino interiore
Anche solo un anno fa non l’avremmo creduto possibile…
Una due giorni di Workshop di Psicodramma con 70 persone condotto in modalità remota. Io probabilmente non mi sarei iscritta. La base dello Psicodramma è l’incontro: le relazioni, il corpo, lo sguardo…
Come è possibile vivere online l’Incontro “occhi negli occhi” di cui parla Moreno?
Eppure è stato possibile sperimentare un processo intrapsichico e interpersonale attraverso lo schermo, bidimensionale, senza contatto nè reciprocità di sguardi diretti. E invece la sensazione è di aver scambiato sguardi, di aver incontrato persone reali, non virtuali, con le emozioni e il mondo che si crea nel qui e ora della relazione co-costruita.
Fabian Blobel – Aipsim 2020
Alla base di tutto indubbiamente la grande competenza e la grande energia creativa del conduttore, Fabian Blobel, la sua presenza scenica e la sua capacità di credere profondamente nel processo di gruppo e nel potenziale creativo dell’Essere umano, proprio nella sua dimensione ‘bambina’, quella parte ancora fiduciosa e rinnovata nei confronti dell’esperienza, come occasione di crescita e gioco… to play…giocare, mettere in scena, in azione parti del proprio palcoscenico interno.
E ci abbiamo creduto anche noi tutti!
Abbiamo avuto fiducia e siamo diventati bambini, animali, microrganismi, supereroi. Abbiamo sentito nel nostro potenziale espressivo un carico di risorse trasformative, generate dalla fantasia e dalla fiducia, che ha radici nei nostri sogni, ma anche nella consapevolezza di quello che siamo, dei nostri limiti e delle nostre paure, dei nostri desideri e dei nostri ideali…
E’ dalle alte aspirazioni che si comincia a costruire il proprio futuro, a progettare possibili slanci evolutivi per sè e per il proprio palcoscenico interno.
Palcoscenico interno
Tornare a casa…restando a casa… con energie rinnovate e un piacevole di senso di appartenenza alla famiglia allargata, di coloro che credono che ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare il proprio e l’altrui mondo.
La scuola è il primo vero grande contesto in cui l’individuo si sperimenta come essere individuato, in una dimensione comunitaria di persone con ruoli e gerarchie differenti.
I vari ruoli sociali agenti nella comunità-scuola hanno a loro volta aspettative implicite ed esplicite sugli altri attori convolti nel processo educativo…e culturale.
Ecco un’ipotesi di rappresentazione sociometrica delle reciproche aspettative implicite:
Genitori, insegnanti e alunni hanno reciproche aspettative implicite
Emerge qui la non corrispondenza tra le diverse aspettative, dovuta ad una comunicazione talvolta parziale sul piano educativo, oltre che didattico. Molte scuole consolidano il rapporto famiglie-scuola-alunni con il Patto Formativo, firmato a tre mani ad inizio d’anno, ma sappiamo che si tratta di un accordo unidirezionale, in cui non è stato possibile esplicitare in modo circolare aspettative e vincoli, dando uguale spazio di parola e pensiero a tutti gli ‘attori’ in gioco.
Nella nostra società, pregna di comunicazioni trasversali e complesse, tutti gli attori hanno teoricamente pari diritto e spazio di parola, alimentando attraverso i media-social dinamiche in cui può accadere di rimbalzarsi reciproche responsabilità e ‘funzioni’ di ruolo. Ne consegue che si perde di vista il ‘chi fa cosa’?
Allora ecco perchè parlare di responsabilità oggi?
Perchè le modalità comunicative e organizzative del tempo attuale consentono di svicolare in modo semplice e naturale dalle responsabilità individuali per una serie di ragioni.
In parte perchè il mondo social veicola modalità anonime quanto egocentriche di esaltazione della soggettività, ma senza troppo implicare le persone/cittadini in un reale sforzo di azioni significative per la collettività, responsabili e riconoscibili ai fini di un’evoluzione culturale della Comunità di appartenenza.
In parte perchè ci stiamo facilmente abituando ad una modalità soft di partecipazione all’esperienza reale, in cui è sufficiente cliccare “partecipo” per darci l’illusione di essere realmente parte di un avvenimento, così come è facile decidere di non partecipare ad un impegno preso, in virtù di una percezione della propria presenza come accessoria, non fondamentale, ulteriore a quella di molti altri, altrettanto anonimamente non essenziali.
Sto ovviamente estremizzando…ma neanche tanto!
Accade così che i luoghi che da sempre detenevano un ruolo centrale nella formazione dell’individuo, ai fini di un sempre crescente coinvolgimento del futuro adulto nel processo trasformativo dei luoghi di vita e lavoro, perde spessore e accompagna quel senso di transitorietà delle persone nei luoghi importanti dell’esistenza, tra cui la scuola.
E proprio come gli studenti non avvertono il potere culturale della scuola, come luogo di crescita formativa personale, prima ancora che come luogo di sviluppo di competenze tecniche ad uso del futuro ‘lavoratore’, ugualmente gli insegnanti si sentono ‘depotenziati’ nel valore scientifico e culturale che dovrebbero o potrebbero trasmettere ai giovani alberelli ancora acerbi.
Più che mai al tempo attuale di transitorietà delle esperienze, in luoghi molto spesso fruibili con ‘modalità leggere’ di appartenenza e partecipazione, la scuola detiene un ruolo centrale come agente educante sul piano non solo didattico e culturale, ma anchee soprattutto sociale e umano, perchè proprio dentro la scuola si giocano e si agiscono i meccanismi relazionali che preparano i futuri cittadini ad una visione del mondo poliedrica e multiculturale, che ci piaccia o no, portatrice di saperi complessi e integrati.
Agli insegnanti l’arduo compito di mescolare gli ingredienti saporiti e coraggiosi di questa preziosa ricetta!
Come vogliamo accompagnare i nostri figli nel percorso di crescita?
Cosa ci immaginiamo possa essere il meglio per loro?
Che cosa significa BENESSERE per bambini o ragazzi in crescita?
Che tipo di esperienze desideriamo per loro, affinchè crescano con consapevolezza e capacità di fare delle scelte?
Come genitori, le scelte da fare durante il percorso di crescita di un figlio/a sono molte, alcune immediate, altre più complesse. Talvolta sono loro a chiedere di fare un’esperienza, altre volte siamo noi ad osare, proponendo loro qualcosa che non sceglierebbero, perchè sconosciuto o perchè apparentemente troppo distante dalla propria esperienza quotidiana.
A noi genitori tocca il difficile compito di osare, di azzardare, spingedoli verso un’esperienza nuova, sconosciuta, che può aprire loro le porte di nuove letture del mondo e messa in gioco di sé.
Alcune esperienze passano attraverso canali di esplorazione che toccano tutte le sfere della persona, corpo e mente, emozioni e pensiero, relazione e separazione, parola e azione, gruppo e individualità.
Quello che proponiamo, nell’esperienza di gruppo, è una parentesi di gioco-esplorazione, che passa attraverso tutte queste sfere della vita ed esperienza umana, in modo rispettoso delle differenze individuali, con un po’ di leggerezza, ma anche di profondità.
I GRUPPI TERAPEUTICI E PSICOPEDAGOGICI sono rivolti a bambin@ e ragazz@ da 8 a 16 anni, in gruppi adeguati all’età, e hanno l’obiettivo di accompagnarli durante tutto l’anno, nello scorrere delle esperienze e degli umori che vivono passo dopo passo…
Si svolgono con cadenza quindicinale da Mercoledì 3 Ottobre
Il bullismo è uno degli argomenti sulla bocca di tutti. Se ne parla, fa paura, si tocca con mano quando i nostri figli o qualcuno a noi vicino vive un’esperienza diretta…sulla propria pelle.
In genere siamo portati ad immaginare che le persone toccate dal bullismo abbiano caratteristiche particolari, riconoscibili, siano essi le vittime o i ‘bulli’.
In verità, potrebbe stupire molte persone sapere che può capitare a chiunque. I ragazzi, sempre più spesso anche i bambini, vittime di bullismo non hanno nessun segno distintivo, nessuna caratteristica riconoscibile che lasci pensare ad un predestinato. Sono semplicemente diventati oggetto di attacchi da parte di un gruppo, di cui il ‘bullo’ diventa il leader. Non ci sono spesso ragioni specifiche, se non il fatto che in genere la vittima di bullismo è più facilmente isolabile o isolata, dunque più fragile o attaccabile.
Quali sono le caratteristiche del bullo? Dipende. Non è vero, come spesso si crede, che a ‘giocare la parte del bullo’ siano ragazzi provenienti da ambienti di scarsa cultura e disagio socioeconomico. Molto frequentemente, anzi, i bulli provengono anche da famiglie agiate e cosiddette ‘per bene‘.
Cosa spinge allora un ragazzo a trasformarsi in carnefice persecutore nei confronti di un compagno fragile, timido o isolato?
Le ragioni, naturalmente, non possono essere elencate in modo meccanico e universale, ma occorre approfondire ogni singola storiapersonale e familiare, ma anche il contesto sociale e ambientale in cui si verificano i fenomeni di bullismo:
come si pone la scuola, la classe, gli insegnanti?
come si pongono le famiglie non coinvolte direttamente di fronte agli eventi?
quanta conoscenza c’è del fenomeno e quali fantasie hanno i genitori sui propri figli?
di quali strumenti dispongono i genitori per affrontare le condotte dei figli?
che tipo di comunicazione si coltiva in famiglia?
che ruolo gioca il gruppo dei pari? chi approva o disapprova i comportamenti aggressivi e persecutori del bullo?
Come si può intendere non è possibile affrontare e risolvere un fenomeno così complesso e sfaccettato in poche parole e in modo univoco, ma ogni situazione va considerata nella sua specificità, ponendo allo stesso tempo grande attenzione al lato personale e alla dimensione sociale come contesto di vita.
PER APPROFONDIRE QUESTO TEMA VI ASPETTIAMO
Martedì 29 Maggio Ore 18.30
Studio Professionale Baroncini | via Val di Sole 22, Milano
Così si è concluso stasera un ciclo di incontri di Crescita Personale per un gruppo a termine.
Per le persone che hanno partecipato è stato un piccolo viaggio, in cui insieme hanno potuto generosamente ascoltare ed essere ascoltati.
Nonostante un tempo breve di condivisione, di pochi incontri, c’è stato il tempo e l’intensità per poter aprire le porte sulle stanze più intime delle persone, secondo la disponibilità emotiva e relazionale di ognuno.
Abbiamo aperto i nostri sguardi rispettosi sulle emozioni di ognuno, sulle difficoltà, le relazioni per loro importanti, i desideri, i blocchi, le aspettative, i bisogni… Il rispetto di tutti, come sempre, ha consentito una grande delicatezza nell’accogliere le differenze e le specifiche individualità…così come anche le risorse propositive ed assertive che per qualcuno sono un obiettivo, ma mutuate da altri , possono diventare un modello per sè, di nuove possibilità di relazione con gli altri e di vita.
Le parole con cui ci siamo salutati sono state autenticità e gratitudine.
Ogni persona è stata autentica nel suo modo di partecipare, ma anche di non partecipare. L’autenticità ha offerto a tutti la possibilità di esserci e mettersi in gioco, ma anche di essere spettatori e rimanere ai margini. La spontaenità e il profondo rispetto reciproco ha consentito ad ognuno di ascoltare se stesso, mentre viveva un’esperienza significativa da un punto di vista emotivo e di crescita per sè.
Semplicemente, ancora una volta, si rivela il potenziale terapeutico e trasformativo del gruppo nelle sue funzioni relazionali e di rispecchiamento, attraverso cui le persone possono ritrovare sè stesse negli occhi dell’altro e riconoscere meglio le proprie caratteristiche, guardando autenticamente l’Altro come specchio di sé.
Perché continuo a proporre cicli di crescita personale a Milano e dintorni?
Perché vivo sempre con fiducia e determinazione il piacere di far sperimentare alle persone esperienze di gruppo significative, per quanto estemporanee e temporanee possano essere?
Cosa mi fa pensare che ogni volta possa magicamente ripetersi il rituale momento dell’incontro e aprire così le porte a ciò che lo Psicodramma rende così immediato e spesso rivelatore…?
È così che le persone scoprono nuovi punti di vista, anche solo per un giorno, anche solo per un istante. Un istante illuminante, rivelatore di emozioni e pensieri invisibili o inesprimibili fino al magico momento della scena. In cui tutto sembra così palesemente lampante e comprensibile.
Noi siamo sempre gli stessi, eppure siamo veste nuova, sguardo nuovo, prospettiva inattesa.
Forse è per questo che rinnovo nel tempo la voglia di accendere una luce e aprire una porta in spazi sempre nuovi e con persone di passaggio. Che a volte scelgono di fermarsi più a lungo.
Per poter tornare a guardare ancora dentro le stanze della propria anima.
Oppure generosamente offrire il proprio benevolo punto di vista ad altri viaggiatori di passaggio.
…ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore … perchè io avro cura di te…
…diceva Franco Battiato
Prendersi cura di sé è spesso considerato un lusso, un optional o un privilegio di pochi.
Come impariamo a prenderci cura di noi stessi, prima che ancora che degli altri?
Saranno le nostre esperienze di cure ricevute che ci insegneranno a dare a nostra volta cura … alla persona amata, ai figli, ai pazienti, ai clienti, alle persone che incontriamo e riteniamo possano giovare della nostra vicinanza e ne meritino il valore.
Prima ancora che di altri però dobbiamo imparare a prenderci cura di noi, dei nostri bisogni, dei nostri spazi, dei nostri tempi…
Possiamo permetterci di dare ascolto alle emozioni che spesso affiorano, ma tendiamo a ricacciare in fondo agli spazi di vita quotidiana, se lo decidiamo con fermezza. Non è di certo automatico nè immediato, non è ovvio nè semplice nell’ordine delle cose di ogni giorno, poter davvero aprire le porte ad uno spazio di ascolto di sé in cui lati oscuri e prospettive di luce abbiamo una loro dignità di vita.
Un tempo…uno spazio…un nome…
A volte sono le persone intorno a noi, quelle a cui affidiamo pezzettini del nostro cuore, che ci aiutano a riservare a questo bisogno lo spazio che merita. Altre volte invece siamo noi stessi a garantirlo e difenderlo con le unghie e con i denti, dalle continue interefernze di una vita ricca di parentesi e spezzettati spazi di relazioni spesso fugaci, estemporanee e un po’ casuali.
Grazie alle relazioni spesso possiamo respirare profondamente in quello spazio di vita emotiva che restituisce profondità alla vita che ci scorre tra le mani digitanti.
Lo PSICODRAMMA è un modo, tra altri, per prendersi un spazio per sé, di vero ascolto interiore, grazie alla relazione con gli altri e ad un sincero rapporto integrato tra mente e corpo.
Di cosa si tratta?
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Di momenti di gruppo, rivolti a tutti, in cui poter dedicare a sé stessi uno spazio di ascolto e narrazione, consapevolezza e ricerca, per poter orientare la propria vita secondo bisogni e desideri, risorse e limiti, anche grazie alla relazione con altre persone.
Perchè partecipare?
Per accrescere il proprio potenziale espressivo e la propria autodeterminazione.
Per meglio comprendere le relazioni della propria vita, a casa e sul lavoro.
Per vedere con occhi diversi la propria persona e immaginare evoluzioni possibili.
Come ogni anno le famiglie sono alle prese con la scelta delle attività per i propri figli, conciliando una serie di incastri di varia natura… ” Voglio stare con il mio amico…il giovedi no perche c’è già nuoto… ma non possiamo nemmeno riempire l’agenda…qualcosa di attivo…qualcosa di nuovo…ma anche divertente…ma anche utile..”
Insomma la scelta dei genitori non è mai facile e anche i bambini hanno i loro interessi.
Nella scelta dei genitori, però, ci sono spesso una serie di elementi di tipo educativo-pedagogico che fanno la differenza, per proporre ai propri figli qualcosa che oltre a “occupare il suo tempo” fornisca strumenti utili per crescere in modo armonico e consapevole.
I cambiamenti evolutivi, nessuno escluso, e le fasi della vita impongono continui cambi di rotta e assestamenti nella personalità di un individuo in crescita (e spesso anche negli adulti!) che richiedono un’attenzione discreta e un morbido supporto. Affrontare le relazioni e imparare a conoscere le proprie specificità richiede competenze non così ovvie nè sempre così fluide, non per tutti allo stesso modo.
Cosa significa avere autodeterminazione e accrescere la propria autostima?
Come si acquisisce la consapevolezza delle proprie risorse e dei propri punti fragili?
Come si può sviluppare maggiore capacità espressiva nella comunicazione verbale e corporea?
Quanto incide sulle scelte di vita la capacità di esprimere bisogni, desideri, dubbi, paure, intenzioni, emozioni?
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Psicodramma Espressivo per bambini di 8 – 11 anni
Open day
Mercoledì 27 Settembre | ore 17.30 – 18.30
In collaborazione con Associazione Punto Uno
via Faruffini 6, Milano | MM De Angeli
Il laboratorio a cadenza settimanale sarà condotto con strumenti di espressività corporea che stimolano la consapevolezza di sé e il processo di crescita, nella relazione con altri, attraverso attività di gioco che coinvolgono tutte le potenzialità del bambino in modo integrato.
Si propone ai bambini uno spazio per esprimersi, raccontarsi, giocare, accrescere la consapevolezza di sé e del proprio corpo attraverso il movimento e la parola. La relazione con altri bambini è elemento fondante il processo di crescita e riconoscimento di sé, nel rispetto delle differenze e unicità di ognuno.
La metodologia si basa sull’ accoglienza dei bisogni di ognuno, verso lo sviluppo di una maggiore potenzialità di espressione di sé e autodeterminazione, con diversi strumenti: