Rabbia e aggressività tra genitori e figli

La rabbia e l’aggressività

Come si esprimono e si manifestano nella relazione tra genitori e figli?

Quanto siamo consapevoli come genitori dell’uso che facciamo della rabbia?

E quanto scegliamo di utilizzare la rabbia intenzionalmente nel nostro ruolo educativo?

La relazione tra genitori e figli è spesso portatrice di sentimenti incontrollati, che attivano nei genitori reazioni che talvolta hanno un’origine lontana nel tempo…

La rabbia è una di queste emozioni, una reazione profonda, che spesso sfocia in aggressività, innescando una reazione a catena di eventi da cui è difficile prendere le distanze, se non attivando consapevolmente un freno, un atto di rinnovamento della relazione, interrompendo un’escalation in cui entrambe le parti si sentono ingaggiate inesorabilmente.

Il cortocircuito della rabbia è uno dei tanti meccanismi che accompagna le relazioni tra genitori e figli. Non è l’unico.

Ognuno di noi ha poi un modo diverso di rispondere alla rabbia, dal più dirompente al più ritirato. Ognuno di noi ha legittimamente costruito nel tempo il modo più funzionale e solido che ha potuto, secondo la propria storia personale affettiva e umana, nel corso della vita.

Non sempre però si rivela il più efficace o il più appagante in tutte le nostre relazioni, Talvolta nel corso del tempo ci accorgiamo di essere rimasti imprigionati in un meccanismo che non ci appartiene più o non è più adeguato ai nostri contesti di vita. Ma non riusciamo ugualmente a cambiarlo. Rivedere i nostri script, bias, preconcetti, rigidità comportamentali richiede tempo, consapevolezza, energia, volontà e una buona alleanza con noi stessi e con le persone che ci circondano

Proponiamo una serata rivolta a genitori e figli per parlare collettivamente senza il vincolo del rapporto diretto della rabbia nelle relazioni, rivolto agli abitanti di San Donato.

Per iscriversi compilare il form:

https://forms.gle/BMhwvrDno6sZa9nA7

Equilibrio Dinamico

Inutile ripetere per l’ennesima volta quanto la situazione di Pandemia mondiale che stiamo vivendo influenzi il benessere psicofisico delle persone…

O forse non è inutile? Forse invece è importante ricordare e riconoscere alle persone il diritto di essere preoccupate, ansiose, inquiete, spaeventate, instabili, umorali, stanche…etc etc etc…

Molte persone vivono il malessere senza accoglierlo. Molti non riconoscono a se stessi il diritto di avere momenti di stallo e disorientamento, perchè la società ci chiede di continuare ad essere ‘adeguati’ e la vita quotidiana in famiglia e nelle relazioni pone continuamente condizioni di mediazione tra i bisogni individuali e i vincoli collettivi.

E così ci affaniamo alla ricerca di un equilibrio dinamico, accompagnato da sensazioni di disagio o inaduegatezza, che non sempre prendiamo il giusto tempo per legittimare e prendere in carico.

I modi per prendersi cura di sè sono molti e ognuno di noi trova nel tempo strategie personali. Non tutti viviamo con serena disponibilità la possibilità di chiedere aiuto …alle persone a noi vicine, agli amici, i colleghi, professionisti, partner. Ci vergogniamo.

La vergogna ha orgini primarie nella nostra esistenza e talvolta influenza i nostri comportamenti inconsapevolmente. Ne siamo influenzati senza averne coscienza e ci precludiamo la possibilità di intraprendere un percorso di Cura di sè nei modi e tempi che il nostro bisogno richiede

A volte bastano poche parole o una chiacchierata informale per attivare pensieri ed emozioni, che ricordano a noi stessi quanto il benessere psicofisico e relazionale influenzi le nostre scelte, l’orientamento personale e relazionale quotidiano, ma anche la possibilità di investire con fiducia sui propri progetti personali e professionali.

Nell’equilibrio dinamico di individui sociali in una società definita ‘fluida’, piccoli assestamenti possono generare cambiamenti significativi per noi stessi e per le persone che fanno parte del nostro ‘sistema-mondo relazionale’.

La consapevolezza è una grande risorsa, che non sempre facilita le proprie decisioni e intenzioni, ma indubbiamente le rende decisamente più interessanti!

Cosa vuol dire CRESCERE ?

OPEN DAY 26 settembre

GRUPPI TERAPEUTICI E PSICOPEDAGOGICI

per bambin@ e ragazz@ da 8 a 16 anni

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Un viaggio di gruppo che arricchisce

Come vogliamo accompagnare i nostri figli nel percorso di crescita?

Cosa ci immaginiamo possa essere il meglio per loro?

Che cosa significa BENESSERE per bambini o ragazzi in crescita?

Che tipo di esperienze desideriamo per loro, affinchè crescano con consapevolezza e capacità di fare delle scelte?

Come genitori, le scelte da fare durante il percorso di crescita di un figlio/a sono molte, alcune immediate, altre più complesse. Talvolta sono loro a chiedere di fare un’esperienza, altre volte siamo noi ad osare, proponendo loro qualcosa che non sceglierebbero, perchè sconosciuto o perchè apparentemente troppo distante dalla propria esperienza quotidiana.

A noi genitori tocca il difficile compito di osare, di azzardare, spingedoli verso un’esperienza nuova, sconosciuta, che può aprire loro le porte di nuove letture del mondo e messa in gioco di sé.

Alcune esperienze passano attraverso canali di esplorazione che toccano tutte le sfere della persona, corpo e mente, emozioni e pensiero, relazione e separazione, parola e azione, gruppo e individualità.

Quello che proponiamo, nell’esperienza di gruppo, è una parentesi di gioco-esplorazione, che passa attraverso tutte queste sfere della vita ed esperienza umana, in modo rispettoso delle differenze individuali, con un po’ di leggerezza, ma anche di profondità.

I GRUPPI TERAPEUTICI E PSICOPEDAGOGICI sono rivolti a bambin@ e ragazz@ da 8 a 16 anni, in gruppi adeguati all’età, e hanno l’obiettivo di accompagnarli durante tutto l’anno, nello scorrere delle esperienze e degli umori che vivono passo dopo passo…

Si svolgono con cadenza quindicinale da Mercoledì 3 Ottobre

→ Gruppo 12-15 anni ore 16.15-17.15

→ Gruppo 8-11 anni ore 17.30-18.30

 

Info:

tatianasicouri@gmail.com | 3478938317

associazionepuntouno@gmail.com |02 37072105

Cos’è lo Psicodramma?

Lo psicodramma può essere raccontato in molti modi, certamente il più efficace è l’esperienza diretta!

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Attraverso lo psicodramma rappresentiamo il mondo interno

Uno dei modi per descriverlo è, come insegna Gianni Boria, “la concretizzazione del mondo interno delle persone“. Ma cosa significhi veramente ha soprattutto a che fare con l’esperienza personale che ogni persona può fare.

A me piace riconoscerne il potenziale di sintesi, che consente di visualizzare in modo diretto e concreto parti della propria vita e delle proprie emozioni, con immediatezza e autenticità, soprattutto di fronte a sè stessi. Credo che un grande potere dello Psicodramma sia proprio la capacità di porre le persone di fronte ad uno specchio di sè, che costringe, ma anche autorizza a scavalcare schemi e maschere, per guardare a fondo dentro sè stessi.

L’applicazione metodologica, proprio per la sua immediatezza, ha offerto a molte altre scuole di pensiero validi strumenti di lavoro, che vengono spesso applicati ai più disparati contesti.

La filosofia che accompagna tutti gli psicodrammatisti è contraddistinta dall’estremo valore attribuito al potenziale umano e all’unicità dell’individuo, come occasione per riconoscere e valorizzare le differenze, verso un’utopistica società più dialogante e accogliente.

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L’applicazione della metodologia psicodrammatica non si limita ad un insieme di tecniche pratiche nel lavoro terapeutico, ma porta al proprio interno una forte prospettiva sociale di cambiamento, in una visione che dal micro al macro restituisce ad ogni individuo un peso trasformativo nei confronti della società e delle relazioni umane, sia private sia professionali.

Per approfondire, guarda il video Psychodrama…creativity and therapy_Watch the video, in cui si descrivono in modo sintetico e concreto alcuni strumenti metodologici dei processi di gruppo messi in atto: Riscaldamento (warm up) – Concretizzazione scenica del mondo interno – Condivisione con il gruppo (sharing)-

Fasi e processi di gruppo sono sinteticamente raccontati e resi accessibili a coloro che non hanno mai sperimentato in prima persona il potenziale espressivo e trasformativo dei metodi attivi di J.L.Moreno.

Link per approfondire l’argomento_Luigi Dotti, Psicodrammatista

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Sessione aperta di psicodramma

Lo psicodramma è una metodologia di lavoro con i gruppi che consente di concretizzare il mondo emotivo interno di una persona, attraverso il gruppo, ideata da J.L.Moreno.  L´azione psicodrammatica, intesa come la messa in scena-azione,  rende concrete e osservabili le dinamiche interne e relazionali. Il conduttore, attraverso una chiave di lettura sistemico-relazionale, facilita un processo di esplorazione, consapevolezza e sviluppo progettuale per il singolo, il gruppo o la comunità protagonisti dell’intervento.

La sessione aperta di psicodramma è un’esperienza di gruppo, che consente di partecipare in prima persona, venendo a conoscenza del metodo in modo spontaneo e graduale, per aprire nuovi sguardi su di sé attraverso lo sguardo su di sé e sull’altro.

…due o più persone si incontrano, non solo per porsi una di fronte all’altra, ma anche per viversi e fare un’esperienza reciproca…

In un incontro le due persone sono presenti nello spazio, con tutte le loro forze e le loro debolezze, due attori umani che ribolliscono di spontaneità, solo in parte coscienti dei reciproci scopi.

Mi divenne allora chiaro, come lo è ora a molti sociometristi, che soltanto le persone che si incontrano l’una con l’altra possono formare un gruppo naturale e una vera società di esseri umani. Le persone che si incontrano l’una con l’altra sono i fondatori responsabili  e genuini della vita sociale.

J.L.Moreno

Negli anni, grazie ad un ampia diffusione dei metodi moreniani e a contaminazioni varie, i metodi attivi si sono sviluppati come strumento flessibile: sono infatti applicati in contesti terapeutici, professionali e sociali e in setting che vanno da quello individuale a quello di grande gruppo.

Psicodramma a Più voci 2016

L’esperienza comunitaria dello psicodramma lascia sempre il segno di un senso di appartenenza, ad una comunità che condivide valori e metodologie.

Ancora più interessante per me l’integrazione tra Psicodramma classico e Movimento Evolutivo Dinamico® in un contesto di persone disponibili ad accogliere nuove proposte e stimoli arricchenti sul piano personale e culturale.

Dalla dimensione di crescita personale offriamo lo spazio ad un riconoscimento negli altri emotivo e identitario, attraverso le proprie forme strutturali che il corpo esprime e vive.