Incontrarsi senza parole

Libera formazione MED Movimento Evolutivo Dinamico

Guardiamoci sinceramente – 25 Marzo – Milano

25 marzo Milano - Guardiamoci sinceramente - Libera formazione Med Movimento Evolutivo Dinamico

Un’esperienza di ascolto reciproco

attraverso i processi somatici

Per molti di noi avvicinarsi ad un’esperienza che nasce dal corpo, come sede dei processi di consapevolezza, è qualcosa di inusuale e in parte destabilizzante.

Aprire la propria ricerca evolutiva affidando al corpo una competenza esplorativa e trasformativa presuppone un bagaglio di esperienze non quotidiane, in cui ci avventuriamo a partire da occasioni di curiosità o necessità, per poi scoprirne le alte potenzialità inaspettate.

Abbiamo ricevuto, negli anni, frequenti parole di condivisione sull’inaspettato potere trasformativo dei processi corporei, come veicolo di conoscenza del proprio mondo interno, sia emotivo sia cognitivo.

Attivando la dimensione dell’Ascolto dell’Altro, attraverso ciò che lo psicodramma chiama Doppio Corporeo, abbiamo risvegliato la dimensione empatica in modo spontaneo e autentico, offrendo un’occasione di riconoscimento di sé nell’amplificazione dell’altro e di rispecchiamento nell’altro come possibile alter ego.

In concreto, le persone hanno dedicato la propria competenza empatica all’Altro, offrendogli spunti di lettura e sguardi su sequenze d’azione, attraverso possibili espressioni del movimento e loro varianti, che si sono poi prestate a trasformazioni ‘curative’, evolutive o anche ‘solo’ chiarificatrici.

Ognuno di noi ha un potenziale bagaglio, capace di offrire rispecchiamenti, come ci insegna l’ormai ben nota teoria dei neuroni a specchio.

Non è però frequente né usuale poterlo sperimentare in modo giocoso e non giudicante, senza lasciare che la parola e l’architettura cognitiva ne dirigano la forma e gli sviluppi.

Quando lasciamo al corpo il potere di accogliere, incarnare e lasciar evolvere, ci stupiamo del suo potenziale trasformativo e di cura di sé e dell’altro.

Questo accade ogni qualvolta lasciamo sullo sfondo l’intenzione di orientare le forme del corpo secondo significati concettuali e impalcature culturali, non lontane dal concetto di conserva culturale moreniano. E’ allora che si apre lo spazio alla dimensione creativa, liberando nuovi possibili atteggiamenti verso le situazioni di vita.

Ci apriamo al nuovo e al cambiamento, come possibilità reale e tangibile.

Laboratorio condotto da Tatiana Sicouri e Claudia Pastorini

Il Corpo nella Psicoterapia

Tendiamo spesso a distinguere i percorsi terapeutici che lavorano attivamente sul corpo e sui processi somatici, dai metodi terapeutici che si basano sulla parola.

I processi somatici

sono parte del viaggio terapeutico

Ci stiamo abituando all’incontro umano nella bidimensionalità dello schermo, privo di contatto e comunicazione non verbale. Il corpo è il grande assente. Dimenticato o ignorato, lasciato sullo sfondo o indirettamente oggetto di sguardi non espliciti.

Mi vedi?

Ti vedo

Devo spegnere la telecamera

Guardami. Io ci sono. Sono sempre la stessa persona, quella che hai abbracciato molte volte. Il mio viso è visibile, non la mia essenza, non le mie emozioni, non il mio stare nelle cose, nella vita, nell’esperienza.

Mi senti?

Non ti sento

Ti ascolto

Sento la tua voce ma non la tua presenza. Mi metto in ascolto ma sono disturbata da interferenze di persone intorno a me, in carne e ossa, presenti alla mia vita ma non a quello che mi accade in questo momento. Vorrei essere altrove. Vorrei essere sola. Vorrei poter scegliere dove, come e con chi stare.

Dove sei?

Non posso parlare…ci sono altre persone…

Arrivo…

Prima non c’ero… ero assente? trasparente? invisibile? sullo sfondo?

Dove sono stata finora?

E dov’è il mio esserci?

Dove’è il mio corpo e i suoi fastidi…muscoli…disagi…tensioni..bisogni?

Resta un desiderio che colmi l’assenza. Siamo esseri in forme del corpo …in azione e in presenza a sè stessi delle proprie identità somatiche, mutevoli e inevitabilmente sfuggenti.

Non afferriamo il più delle volte il nostro esserci psico-somatico, se non intenzionalmente orientati all’ascolto di sè, con la consapevolezza non ovvia acquisita nel tempo e attraverso la cura di un dialogo continuo tra flussi di pensiero e flussi di azione e movimento.

E’ così che si lavora, talvolta, nel processo terapeutico.

Allentando le briglie del controllo cognitivo e soffiando sotto la brace del bisogno di riconoscimento della propria natura intera, di individuo integrato e complesso, di cui troppo spesso dimentichiamo lo spessore.

Così riusciamo a far accadere che il corpo prenda forma e spazio e si ponga in ascolto delle parole che ne emergono, spontaneamente risvegliate dalla presenza a sè stessi. La possibilità di trovare parole acquista all’improvviso un’immediatezza inattesa e si apre lo slancio a quel dialogo interiore di un flusso a due tra pensiero e sentire, tra parola e gesto, tra intenzione e volontà, tra bisogno e confine, tra fatica e sforzo, tra libertà e controllo… … …

Dinamicamente fluisce un potenziale trasformativo e generativo che offre stimoli all’azione e all’esserci nel proprio qui e ora quotidiano, negli stralci offerti dallo spazio di Cura di sè, in processo di crescente consapevolezza.

Il viaggio è solo all’inizio.

Ma non si può più farne a meno.

I confini si ampliano e l’incontro con gli altri e i loro mondi … ecco che acquista strati di spessore assolutamente inediti e liberatori. I vincoli sono nuove opportunità di esplorazione e conoscenza di sè.

Così la parola evolve in nuove direzioni di senso e significazione.

Equilibrio Dinamico

Inutile ripetere per l’ennesima volta quanto la situazione di Pandemia mondiale che stiamo vivendo influenzi il benessere psicofisico delle persone…

O forse non è inutile? Forse invece è importante ricordare e riconoscere alle persone il diritto di essere preoccupate, ansiose, inquiete, spaeventate, instabili, umorali, stanche…etc etc etc…

Molte persone vivono il malessere senza accoglierlo. Molti non riconoscono a se stessi il diritto di avere momenti di stallo e disorientamento, perchè la società ci chiede di continuare ad essere ‘adeguati’ e la vita quotidiana in famiglia e nelle relazioni pone continuamente condizioni di mediazione tra i bisogni individuali e i vincoli collettivi.

E così ci affaniamo alla ricerca di un equilibrio dinamico, accompagnato da sensazioni di disagio o inaduegatezza, che non sempre prendiamo il giusto tempo per legittimare e prendere in carico.

I modi per prendersi cura di sè sono molti e ognuno di noi trova nel tempo strategie personali. Non tutti viviamo con serena disponibilità la possibilità di chiedere aiuto …alle persone a noi vicine, agli amici, i colleghi, professionisti, partner. Ci vergogniamo.

La vergogna ha orgini primarie nella nostra esistenza e talvolta influenza i nostri comportamenti inconsapevolmente. Ne siamo influenzati senza averne coscienza e ci precludiamo la possibilità di intraprendere un percorso di Cura di sè nei modi e tempi che il nostro bisogno richiede

A volte bastano poche parole o una chiacchierata informale per attivare pensieri ed emozioni, che ricordano a noi stessi quanto il benessere psicofisico e relazionale influenzi le nostre scelte, l’orientamento personale e relazionale quotidiano, ma anche la possibilità di investire con fiducia sui propri progetti personali e professionali.

Nell’equilibrio dinamico di individui sociali in una società definita ‘fluida’, piccoli assestamenti possono generare cambiamenti significativi per noi stessi e per le persone che fanno parte del nostro ‘sistema-mondo relazionale’.

La consapevolezza è una grande risorsa, che non sempre facilita le proprie decisioni e intenzioni, ma indubbiamente le rende decisamente più interessanti!

To Play On-line

Workshop di Psicodramma On-line … Alla ricerca del bambino interiore

Anche solo un anno fa non l’avremmo creduto possibile…

Una due giorni di Workshop di Psicodramma con 70 persone condotto in modalità remota. Io probabilmente non mi sarei iscritta. La base dello Psicodramma è l’incontro: le relazioni, il corpo, lo sguardo…

Come è possibile vivere online l’Incontro “occhi negli occhi” di cui parla Moreno?

Eppure è stato possibile sperimentare un processo intrapsichico e interpersonale attraverso lo schermo, bidimensionale, senza contatto nè reciprocità di sguardi diretti. E invece la sensazione è di aver scambiato sguardi, di aver incontrato persone reali, non virtuali, con le emozioni e il mondo che si crea nel qui e ora della relazione co-costruita.

Fabian Blobel – Aipsim 2020

Alla base di tutto indubbiamente la grande competenza e la grande energia creativa del conduttore, Fabian Blobel, la sua presenza scenica e la sua capacità di credere profondamente nel processo di gruppo e nel potenziale creativo dell’Essere umano, proprio nella sua dimensione ‘bambina’, quella parte ancora fiduciosa e rinnovata nei confronti dell’esperienza, come occasione di crescita e gioco… to play…giocare, mettere in scena, in azione parti del proprio palcoscenico interno.

E ci abbiamo creduto anche noi tutti!

Abbiamo avuto fiducia e siamo diventati bambini, animali, microrganismi, supereroi. Abbiamo sentito nel nostro potenziale espressivo un carico di risorse trasformative, generate dalla fantasia e dalla fiducia, che ha radici nei nostri sogni, ma anche nella consapevolezza di quello che siamo, dei nostri limiti e delle nostre paure, dei nostri desideri e dei nostri ideali…

E’ dalle alte aspirazioni che si comincia a costruire il proprio futuro, a progettare possibili slanci evolutivi per sè e per il proprio palcoscenico interno.

Palcoscenico interno

Tornare a casa…restando a casa… con energie rinnovate e un piacevole di senso di appartenenza alla famiglia allargata, di coloro che credono che ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare il proprio e l’altrui mondo.

Incontro Prezioso

La Bambola Abayomi e l’Incontro con la fiducia in Sé

IAGP Iseo Conference 2019 – Workshop di Psicodramma interiore con le bambole Abayomis ( Maria Cèlia Malaquias, Brasil)

E’ nata tra le mie mani. Da tre semplici fili di stoffa. Ha iniziato a prendere corpo e acquisire gradualmente una sua identità. Ha preso forma tra le mie dita, ha scelto i suoi vestiti e la direzione del suo volto. Poi all’improvviso ha iniziato a guardarmi!

Così per caso, grazie a Maria Cèlia Malaquias, mi sono trovata a conoscere la storia triste e romantica di questa bambola nera. Le madri, durante il viaggio in nave degli schiavi deportati dall’Africa al Brasile, tentavano di alleggerire il peso della schiavitù dei propri figli, staccando pezzi di stoffa dai propri abiti, per farne bambole preziose. Boneca Abayomi significa proprio (parola di origine Yoruba) ‘Incontro Prezioso‘. Rappresentano felicità e gioia. Sono realizzate esclusivamente con nodi.

Il nostro Incontro Prezioso è stato un prendersi cura reciproco, l’una dell’altra con candida semplicità. Io l’ho aiutata a prendere forma e lei mi ha mostrato ciò che di me avrei potuto risvegliare, con un atto di fiducia e paziente serenità.

Appagate e reciprocamente riconosciute ci siamo regalate un amorevole sorriso, prima di aprire lo sguardo all’Altro, colui che incontriamo accanto a noi, per ascoltarne le storie e le emozioni.

Lo Psicodramma è una Metodologia (e non una tecnica, come alcuni pensano) che consente di accedere a contenuti interni attraverso molte strategie o strumenti (come la bambola, il disegno, la fotografia e molto altro) che facilitano i processi di auto-osservazione e identificazione. Ciò accade perchè le strategie relazionali utilizzate, valicano con autentica semplicità alcuni ‘ostacoli’ della nostra coscienza, lasciando libero accesso a contenuti profondi, spesso incapsulati dentro sovrastrutture cognitive o culturali.

L’Incontro con la bambola è stato l’incontro con me stessa, con una parte di me che non avevo considerato o non volevo ascoltare prima, ciò che J.L.Moreno chiama Teatro Interno. Noi siamo esseri multiformi e ricchi di contradditorie verità. Spesso fatichiamo a dare il giusto valore ad ognuna di queste parti, nella difficoltà di integrare conflitti e ambivalenze.

Eppure quando accettiamo di essere Individui complessi si apre una varietà di mondi …di cui non potremo mai più fare a meno!

La poesia di questo Incontro ha rinnovato le intenzioni per i tempi a venire, nel quotidiano lavoro delle relazioni. Adesso siamo pronte per guardare con occhi puliti l’Altro da noi, prima di chiedergli come si chiama.

La comunità…una bella famiglia!

Lo confesso … il tema della comunità è diventato il mio pallino!

Cosa vuol dire poi Comunità? Spesso accade che la parola comunità rimandi a qualcosa di chiuso, un luogo di ‘recupero’, di cura, se non di punizione in cui si è obbligati a restare, per aggiustare o rimettere ordine nei propri problemi. Comunemente è spesso intesa così. Può essere, ma può essere anche molto altro.

Io vivo e diffondo l’immagine della comunità come uno spazio aperto, da cui si può entrare e uscire liberamente, in cui accogliere nuove persone e da cui alcuni scelgono di andare via o anche solo allontanarsi per un po’, per esplorare il mondo e poi tornare, con una nuova pelle e nuove esperienze da raccontare.

Questo è per me la comunità a cui scelgo di appartenere, che mi include senza giudizio e silenziosamente mi prende così come sono o mi aiuta a sviluppare nuovi fronti e nuove occasioni di crescita…personale e professionale!

La Comunità che ancora una volta mi ha accolta è quella degli psicodrammatisti…a cui appartengo da un po’ di anni oramai, ma che ogni volta mi ricorda come sia rigenerante sentirsi inclusi e accolti, conosciuti e riconosciuti…abbracciati letteralmente e metaforicamente.

Io qui mi sento a casa, so di poter parlare autenticamente, ma anche di poter tacere. Senza suscitare pregiudizi. E nemmeno aspettative.

Ma non è l’unica per me! Ho la fortuna di avere molte porte aperte e diverse comunità di cui sentirmi parte, in cui poter tenere un filo che mi lega, ma anche mi risveglia, quando dimentico le occasioni che quel gruppo offre e la ricchezza unica che proprio quel gruppo di persone regala. Anche gratuitamente, per la gioia di condividere un tratto di strada, del nostro viaggio personale.

La libertà di poter essere se stessi è in verità un grande privilegio. E troppo spesso dimentichiamo quanto sia prezioso poter sentirsi parte di qualcosa, di un’identità più grande o di un gruppo o di processo, come un viaggio che scorre e noi ne siamo attori e spettatori, veicolo e testimoni.

Un’esperienza di gruppo, in cui poter essere parte di un viaggio – Video: https://www.facebook.com/dr.padova/videos/2227711024213759/

La giusta distanza

Un gruppo di Crescita Personale

Così si è concluso stasera un ciclo di incontri di Crescita Personale per un gruppo a termine.

Per le persone che hanno partecipato è stato un piccolo viaggio, in cui insieme hanno potuto generosamente ascoltare ed essere ascoltati.

Nonostante un tempo breve di condivisione, di pochi incontri, c’è stato il tempo e l’intensità per poter aprire le porte sulle stanze più intime delle persone, secondo la disponibilità emotiva e relazionale di ognuno.

Abbiamo aperto i nostri sguardi rispettosi sulle emozioni di ognuno, sulle difficoltà, le relazioni per loro importanti, i desideri, i blocchi, le aspettative, i bisogni… Il rispetto di tutti, come sempre, ha consentito una grande delicatezza nell’accogliere le differenze e le specifiche individualità…così come anche le risorse propositive ed assertive che per qualcuno sono un obiettivo, ma mutuate da altri , possono diventare un modello per sè, di nuove possibilità di relazione con gli altri e di vita.

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Le parole con cui ci siamo salutati sono state autenticità e gratitudine.

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Ogni persona è stata autentica nel suo modo di partecipare, ma anche di non partecipare. L’autenticità ha offerto a tutti la possibilità di esserci e mettersi in gioco, ma anche di essere spettatori e rimanere ai margini. La spontaenità e il profondo rispetto reciproco ha consentito ad ognuno di ascoltare se stesso, mentre viveva un’esperienza significativa da un punto di vista emotivo e di crescita per sè.

Semplicemente, ancora una volta, si rivela il potenziale terapeutico e trasformativo del gruppo nelle sue funzioni relazionali e di rispecchiamento, attraverso cui le persone possono ritrovare sè stesse negli occhi dell’altro e riconoscere meglio le proprie caratteristiche, guardando autenticamente l’Altro come specchio di sé.

Crescita personale…sì, ma in gruppo!

Perché continuo a proporre cicli di  crescita personale a Milano e dintorni?

Perché vivo sempre con fiducia e determinazione il piacere di far sperimentare alle persone esperienze di gruppo significative, per quanto estemporanee e temporanee possano essere?

Cosa mi fa pensare che ogni volta possa magicamente ripetersi il rituale momento dell’incontro e aprire così le porte a ciò che lo Psicodramma rende così immediato e spesso rivelatore…?

È così che le persone scoprono nuovi punti di vista, anche solo per un giorno, anche solo per un istante. Un istante illuminante, rivelatore di emozioni e pensieri invisibili o inesprimibili fino al magico momento della scena. In cui tutto sembra così palesemente lampante e comprensibile.

Noi siamo sempre gli stessi, eppure siamo veste nuova, sguardo nuovo, prospettiva inattesa.

Forse è per questo che rinnovo nel tempo la voglia di accendere una luce e aprire una porta in spazi sempre nuovi e con persone di passaggio. Che a volte scelgono di fermarsi più a lungo.

Per poter tornare a guardare ancora dentro le stanze della propria anima.

Oppure generosamente offrire il proprio benevolo punto di vista ad altri viaggiatori di passaggio.

È sempre una grande ricchezza per me.

Grazie