Il Corpo nella Psicoterapia

Tendiamo spesso a distinguere i percorsi terapeutici che lavorano attivamente sul corpo e sui processi somatici, dai metodi terapeutici che si basano sulla parola.

I processi somatici

sono parte del viaggio terapeutico

Ci stiamo abituando all’incontro umano nella bidimensionalità dello schermo, privo di contatto e comunicazione non verbale. Il corpo è il grande assente. Dimenticato o ignorato, lasciato sullo sfondo o indirettamente oggetto di sguardi non espliciti.

Mi vedi?

Ti vedo

Devo spegnere la telecamera

Guardami. Io ci sono. Sono sempre la stessa persona, quella che hai abbracciato molte volte. Il mio viso è visibile, non la mia essenza, non le mie emozioni, non il mio stare nelle cose, nella vita, nell’esperienza.

Mi senti?

Non ti sento

Ti ascolto

Sento la tua voce ma non la tua presenza. Mi metto in ascolto ma sono disturbata da interferenze di persone intorno a me, in carne e ossa, presenti alla mia vita ma non a quello che mi accade in questo momento. Vorrei essere altrove. Vorrei essere sola. Vorrei poter scegliere dove, come e con chi stare.

Dove sei?

Non posso parlare…ci sono altre persone…

Arrivo…

Prima non c’ero… ero assente? trasparente? invisibile? sullo sfondo?

Dove sono stata finora?

E dov’è il mio esserci?

Dove’è il mio corpo e i suoi fastidi…muscoli…disagi…tensioni..bisogni?

Resta un desiderio che colmi l’assenza. Siamo esseri in forme del corpo …in azione e in presenza a sè stessi delle proprie identità somatiche, mutevoli e inevitabilmente sfuggenti.

Non afferriamo il più delle volte il nostro esserci psico-somatico, se non intenzionalmente orientati all’ascolto di sè, con la consapevolezza non ovvia acquisita nel tempo e attraverso la cura di un dialogo continuo tra flussi di pensiero e flussi di azione e movimento.

E’ così che si lavora, talvolta, nel processo terapeutico.

Allentando le briglie del controllo cognitivo e soffiando sotto la brace del bisogno di riconoscimento della propria natura intera, di individuo integrato e complesso, di cui troppo spesso dimentichiamo lo spessore.

Così riusciamo a far accadere che il corpo prenda forma e spazio e si ponga in ascolto delle parole che ne emergono, spontaneamente risvegliate dalla presenza a sè stessi. La possibilità di trovare parole acquista all’improvviso un’immediatezza inattesa e si apre lo slancio a quel dialogo interiore di un flusso a due tra pensiero e sentire, tra parola e gesto, tra intenzione e volontà, tra bisogno e confine, tra fatica e sforzo, tra libertà e controllo… … …

Dinamicamente fluisce un potenziale trasformativo e generativo che offre stimoli all’azione e all’esserci nel proprio qui e ora quotidiano, negli stralci offerti dallo spazio di Cura di sè, in processo di crescente consapevolezza.

Il viaggio è solo all’inizio.

Ma non si può più farne a meno.

I confini si ampliano e l’incontro con gli altri e i loro mondi … ecco che acquista strati di spessore assolutamente inediti e liberatori. I vincoli sono nuove opportunità di esplorazione e conoscenza di sè.

Così la parola evolve in nuove direzioni di senso e significazione.

Equilibrio Dinamico

Inutile ripetere per l’ennesima volta quanto la situazione di Pandemia mondiale che stiamo vivendo influenzi il benessere psicofisico delle persone…

O forse non è inutile? Forse invece è importante ricordare e riconoscere alle persone il diritto di essere preoccupate, ansiose, inquiete, spaeventate, instabili, umorali, stanche…etc etc etc…

Molte persone vivono il malessere senza accoglierlo. Molti non riconoscono a se stessi il diritto di avere momenti di stallo e disorientamento, perchè la società ci chiede di continuare ad essere ‘adeguati’ e la vita quotidiana in famiglia e nelle relazioni pone continuamente condizioni di mediazione tra i bisogni individuali e i vincoli collettivi.

E così ci affaniamo alla ricerca di un equilibrio dinamico, accompagnato da sensazioni di disagio o inaduegatezza, che non sempre prendiamo il giusto tempo per legittimare e prendere in carico.

I modi per prendersi cura di sè sono molti e ognuno di noi trova nel tempo strategie personali. Non tutti viviamo con serena disponibilità la possibilità di chiedere aiuto …alle persone a noi vicine, agli amici, i colleghi, professionisti, partner. Ci vergogniamo.

La vergogna ha orgini primarie nella nostra esistenza e talvolta influenza i nostri comportamenti inconsapevolmente. Ne siamo influenzati senza averne coscienza e ci precludiamo la possibilità di intraprendere un percorso di Cura di sè nei modi e tempi che il nostro bisogno richiede

A volte bastano poche parole o una chiacchierata informale per attivare pensieri ed emozioni, che ricordano a noi stessi quanto il benessere psicofisico e relazionale influenzi le nostre scelte, l’orientamento personale e relazionale quotidiano, ma anche la possibilità di investire con fiducia sui propri progetti personali e professionali.

Nell’equilibrio dinamico di individui sociali in una società definita ‘fluida’, piccoli assestamenti possono generare cambiamenti significativi per noi stessi e per le persone che fanno parte del nostro ‘sistema-mondo relazionale’.

La consapevolezza è una grande risorsa, che non sempre facilita le proprie decisioni e intenzioni, ma indubbiamente le rende decisamente più interessanti!

Cosa vuol dire CRESCERE ?

OPEN DAY 26 settembre

GRUPPI TERAPEUTICI E PSICOPEDAGOGICI

per bambin@ e ragazz@ da 8 a 16 anni

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Un viaggio di gruppo che arricchisce

Come vogliamo accompagnare i nostri figli nel percorso di crescita?

Cosa ci immaginiamo possa essere il meglio per loro?

Che cosa significa BENESSERE per bambini o ragazzi in crescita?

Che tipo di esperienze desideriamo per loro, affinchè crescano con consapevolezza e capacità di fare delle scelte?

Come genitori, le scelte da fare durante il percorso di crescita di un figlio/a sono molte, alcune immediate, altre più complesse. Talvolta sono loro a chiedere di fare un’esperienza, altre volte siamo noi ad osare, proponendo loro qualcosa che non sceglierebbero, perchè sconosciuto o perchè apparentemente troppo distante dalla propria esperienza quotidiana.

A noi genitori tocca il difficile compito di osare, di azzardare, spingedoli verso un’esperienza nuova, sconosciuta, che può aprire loro le porte di nuove letture del mondo e messa in gioco di sé.

Alcune esperienze passano attraverso canali di esplorazione che toccano tutte le sfere della persona, corpo e mente, emozioni e pensiero, relazione e separazione, parola e azione, gruppo e individualità.

Quello che proponiamo, nell’esperienza di gruppo, è una parentesi di gioco-esplorazione, che passa attraverso tutte queste sfere della vita ed esperienza umana, in modo rispettoso delle differenze individuali, con un po’ di leggerezza, ma anche di profondità.

I GRUPPI TERAPEUTICI E PSICOPEDAGOGICI sono rivolti a bambin@ e ragazz@ da 8 a 16 anni, in gruppi adeguati all’età, e hanno l’obiettivo di accompagnarli durante tutto l’anno, nello scorrere delle esperienze e degli umori che vivono passo dopo passo…

Si svolgono con cadenza quindicinale da Mercoledì 3 Ottobre

→ Gruppo 12-15 anni ore 16.15-17.15

→ Gruppo 8-11 anni ore 17.30-18.30

 

Info:

tatianasicouri@gmail.com | 3478938317

associazionepuntouno@gmail.com |02 37072105