To Play On-line

Workshop di Psicodramma On-line … Alla ricerca del bambino interiore

Anche solo un anno fa non l’avremmo creduto possibile…

Una due giorni di Workshop di Psicodramma con 70 persone condotto in modalità remota. Io probabilmente non mi sarei iscritta. La base dello Psicodramma è l’incontro: le relazioni, il corpo, lo sguardo…

Come è possibile vivere online l’Incontro “occhi negli occhi” di cui parla Moreno?

Eppure è stato possibile sperimentare un processo intrapsichico e interpersonale attraverso lo schermo, bidimensionale, senza contatto nè reciprocità di sguardi diretti. E invece la sensazione è di aver scambiato sguardi, di aver incontrato persone reali, non virtuali, con le emozioni e il mondo che si crea nel qui e ora della relazione co-costruita.

Fabian Blobel – Aipsim 2020

Alla base di tutto indubbiamente la grande competenza e la grande energia creativa del conduttore, Fabian Blobel, la sua presenza scenica e la sua capacità di credere profondamente nel processo di gruppo e nel potenziale creativo dell’Essere umano, proprio nella sua dimensione ‘bambina’, quella parte ancora fiduciosa e rinnovata nei confronti dell’esperienza, come occasione di crescita e gioco… to play…giocare, mettere in scena, in azione parti del proprio palcoscenico interno.

E ci abbiamo creduto anche noi tutti!

Abbiamo avuto fiducia e siamo diventati bambini, animali, microrganismi, supereroi. Abbiamo sentito nel nostro potenziale espressivo un carico di risorse trasformative, generate dalla fantasia e dalla fiducia, che ha radici nei nostri sogni, ma anche nella consapevolezza di quello che siamo, dei nostri limiti e delle nostre paure, dei nostri desideri e dei nostri ideali…

E’ dalle alte aspirazioni che si comincia a costruire il proprio futuro, a progettare possibili slanci evolutivi per sè e per il proprio palcoscenico interno.

Palcoscenico interno

Tornare a casa…restando a casa… con energie rinnovate e un piacevole di senso di appartenenza alla famiglia allargata, di coloro che credono che ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare il proprio e l’altrui mondo.

Incontro Prezioso

La Bambola Abayomi e l’Incontro con la fiducia in Sé

IAGP Iseo Conference 2019 – Workshop di Psicodramma interiore con le bambole Abayomis ( Maria Cèlia Malaquias, Brasil)

E’ nata tra le mie mani. Da tre semplici fili di stoffa. Ha iniziato a prendere corpo e acquisire gradualmente una sua identità. Ha preso forma tra le mie dita, ha scelto i suoi vestiti e la direzione del suo volto. Poi all’improvviso ha iniziato a guardarmi!

Così per caso, grazie a Maria Cèlia Malaquias, mi sono trovata a conoscere la storia triste e romantica di questa bambola nera. Le madri, durante il viaggio in nave degli schiavi deportati dall’Africa al Brasile, tentavano di alleggerire il peso della schiavitù dei propri figli, staccando pezzi di stoffa dai propri abiti, per farne bambole preziose. Boneca Abayomi significa proprio (parola di origine Yoruba) ‘Incontro Prezioso‘. Rappresentano felicità e gioia. Sono realizzate esclusivamente con nodi.

Il nostro Incontro Prezioso è stato un prendersi cura reciproco, l’una dell’altra con candida semplicità. Io l’ho aiutata a prendere forma e lei mi ha mostrato ciò che di me avrei potuto risvegliare, con un atto di fiducia e paziente serenità.

Appagate e reciprocamente riconosciute ci siamo regalate un amorevole sorriso, prima di aprire lo sguardo all’Altro, colui che incontriamo accanto a noi, per ascoltarne le storie e le emozioni.

Lo Psicodramma è una Metodologia (e non una tecnica, come alcuni pensano) che consente di accedere a contenuti interni attraverso molte strategie o strumenti (come la bambola, il disegno, la fotografia e molto altro) che facilitano i processi di auto-osservazione e identificazione. Ciò accade perchè le strategie relazionali utilizzate, valicano con autentica semplicità alcuni ‘ostacoli’ della nostra coscienza, lasciando libero accesso a contenuti profondi, spesso incapsulati dentro sovrastrutture cognitive o culturali.

L’Incontro con la bambola è stato l’incontro con me stessa, con una parte di me che non avevo considerato o non volevo ascoltare prima, ciò che J.L.Moreno chiama Teatro Interno. Noi siamo esseri multiformi e ricchi di contradditorie verità. Spesso fatichiamo a dare il giusto valore ad ognuna di queste parti, nella difficoltà di integrare conflitti e ambivalenze.

Eppure quando accettiamo di essere Individui complessi si apre una varietà di mondi …di cui non potremo mai più fare a meno!

La poesia di questo Incontro ha rinnovato le intenzioni per i tempi a venire, nel quotidiano lavoro delle relazioni. Adesso siamo pronte per guardare con occhi puliti l’Altro da noi, prima di chiedergli come si chiama.

La comunità…una bella famiglia!

Lo confesso … il tema della comunità è diventato il mio pallino!

Cosa vuol dire poi Comunità? Spesso accade che la parola comunità rimandi a qualcosa di chiuso, un luogo di ‘recupero’, di cura, se non di punizione in cui si è obbligati a restare, per aggiustare o rimettere ordine nei propri problemi. Comunemente è spesso intesa così. Può essere, ma può essere anche molto altro.

Io vivo e diffondo l’immagine della comunità come uno spazio aperto, da cui si può entrare e uscire liberamente, in cui accogliere nuove persone e da cui alcuni scelgono di andare via o anche solo allontanarsi per un po’, per esplorare il mondo e poi tornare, con una nuova pelle e nuove esperienze da raccontare.

Questo è per me la comunità a cui scelgo di appartenere, che mi include senza giudizio e silenziosamente mi prende così come sono o mi aiuta a sviluppare nuovi fronti e nuove occasioni di crescita…personale e professionale!

La Comunità che ancora una volta mi ha accolta è quella degli psicodrammatisti…a cui appartengo da un po’ di anni oramai, ma che ogni volta mi ricorda come sia rigenerante sentirsi inclusi e accolti, conosciuti e riconosciuti…abbracciati letteralmente e metaforicamente.

Io qui mi sento a casa, so di poter parlare autenticamente, ma anche di poter tacere. Senza suscitare pregiudizi. E nemmeno aspettative.

Ma non è l’unica per me! Ho la fortuna di avere molte porte aperte e diverse comunità di cui sentirmi parte, in cui poter tenere un filo che mi lega, ma anche mi risveglia, quando dimentico le occasioni che quel gruppo offre e la ricchezza unica che proprio quel gruppo di persone regala. Anche gratuitamente, per la gioia di condividere un tratto di strada, del nostro viaggio personale.

La libertà di poter essere se stessi è in verità un grande privilegio. E troppo spesso dimentichiamo quanto sia prezioso poter sentirsi parte di qualcosa, di un’identità più grande o di un gruppo o di processo, come un viaggio che scorre e noi ne siamo attori e spettatori, veicolo e testimoni.

Un’esperienza di gruppo, in cui poter essere parte di un viaggio – Video: https://www.facebook.com/dr.padova/videos/2227711024213759/

Cosa vuol dire CRESCERE ?

OPEN DAY 26 settembre

GRUPPI TERAPEUTICI E PSICOPEDAGOGICI

per bambin@ e ragazz@ da 8 a 16 anni

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Un viaggio di gruppo che arricchisce

Come vogliamo accompagnare i nostri figli nel percorso di crescita?

Cosa ci immaginiamo possa essere il meglio per loro?

Che cosa significa BENESSERE per bambini o ragazzi in crescita?

Che tipo di esperienze desideriamo per loro, affinchè crescano con consapevolezza e capacità di fare delle scelte?

Come genitori, le scelte da fare durante il percorso di crescita di un figlio/a sono molte, alcune immediate, altre più complesse. Talvolta sono loro a chiedere di fare un’esperienza, altre volte siamo noi ad osare, proponendo loro qualcosa che non sceglierebbero, perchè sconosciuto o perchè apparentemente troppo distante dalla propria esperienza quotidiana.

A noi genitori tocca il difficile compito di osare, di azzardare, spingedoli verso un’esperienza nuova, sconosciuta, che può aprire loro le porte di nuove letture del mondo e messa in gioco di sé.

Alcune esperienze passano attraverso canali di esplorazione che toccano tutte le sfere della persona, corpo e mente, emozioni e pensiero, relazione e separazione, parola e azione, gruppo e individualità.

Quello che proponiamo, nell’esperienza di gruppo, è una parentesi di gioco-esplorazione, che passa attraverso tutte queste sfere della vita ed esperienza umana, in modo rispettoso delle differenze individuali, con un po’ di leggerezza, ma anche di profondità.

I GRUPPI TERAPEUTICI E PSICOPEDAGOGICI sono rivolti a bambin@ e ragazz@ da 8 a 16 anni, in gruppi adeguati all’età, e hanno l’obiettivo di accompagnarli durante tutto l’anno, nello scorrere delle esperienze e degli umori che vivono passo dopo passo…

Si svolgono con cadenza quindicinale da Mercoledì 3 Ottobre

→ Gruppo 12-15 anni ore 16.15-17.15

→ Gruppo 8-11 anni ore 17.30-18.30

 

Info:

tatianasicouri@gmail.com | 3478938317

associazionepuntouno@gmail.com |02 37072105

La giusta distanza

Un gruppo di Crescita Personale

Così si è concluso stasera un ciclo di incontri di Crescita Personale per un gruppo a termine.

Per le persone che hanno partecipato è stato un piccolo viaggio, in cui insieme hanno potuto generosamente ascoltare ed essere ascoltati.

Nonostante un tempo breve di condivisione, di pochi incontri, c’è stato il tempo e l’intensità per poter aprire le porte sulle stanze più intime delle persone, secondo la disponibilità emotiva e relazionale di ognuno.

Abbiamo aperto i nostri sguardi rispettosi sulle emozioni di ognuno, sulle difficoltà, le relazioni per loro importanti, i desideri, i blocchi, le aspettative, i bisogni… Il rispetto di tutti, come sempre, ha consentito una grande delicatezza nell’accogliere le differenze e le specifiche individualità…così come anche le risorse propositive ed assertive che per qualcuno sono un obiettivo, ma mutuate da altri , possono diventare un modello per sè, di nuove possibilità di relazione con gli altri e di vita.

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Le parole con cui ci siamo salutati sono state autenticità e gratitudine.

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Ogni persona è stata autentica nel suo modo di partecipare, ma anche di non partecipare. L’autenticità ha offerto a tutti la possibilità di esserci e mettersi in gioco, ma anche di essere spettatori e rimanere ai margini. La spontaenità e il profondo rispetto reciproco ha consentito ad ognuno di ascoltare se stesso, mentre viveva un’esperienza significativa da un punto di vista emotivo e di crescita per sè.

Semplicemente, ancora una volta, si rivela il potenziale terapeutico e trasformativo del gruppo nelle sue funzioni relazionali e di rispecchiamento, attraverso cui le persone possono ritrovare sè stesse negli occhi dell’altro e riconoscere meglio le proprie caratteristiche, guardando autenticamente l’Altro come specchio di sé.

Crescita personale…sì, ma in gruppo!

Perché continuo a proporre cicli di  crescita personale a Milano e dintorni?

Perché vivo sempre con fiducia e determinazione il piacere di far sperimentare alle persone esperienze di gruppo significative, per quanto estemporanee e temporanee possano essere?

Cosa mi fa pensare che ogni volta possa magicamente ripetersi il rituale momento dell’incontro e aprire così le porte a ciò che lo Psicodramma rende così immediato e spesso rivelatore…?

È così che le persone scoprono nuovi punti di vista, anche solo per un giorno, anche solo per un istante. Un istante illuminante, rivelatore di emozioni e pensieri invisibili o inesprimibili fino al magico momento della scena. In cui tutto sembra così palesemente lampante e comprensibile.

Noi siamo sempre gli stessi, eppure siamo veste nuova, sguardo nuovo, prospettiva inattesa.

Forse è per questo che rinnovo nel tempo la voglia di accendere una luce e aprire una porta in spazi sempre nuovi e con persone di passaggio. Che a volte scelgono di fermarsi più a lungo.

Per poter tornare a guardare ancora dentro le stanze della propria anima.

Oppure generosamente offrire il proprio benevolo punto di vista ad altri viaggiatori di passaggio.

È sempre una grande ricchezza per me.

Grazie

 

 

Psicoterapia di gruppo e società

L’espressione ‘Terapia di gruppo’ ha due accezioni.

Può riferirsi tanto alla cura di un certo numero di persone riunite in particolari sedute terapeutiche, quanto al tentativo preordinato di far maturare in un gruppo delle forze che facilitino un’attività di cooperazione

Questo ci disse Wilfred Bion nel 1971.

E con ciò riusciamo in sintesi a rispondere alle tante domande che spesso le persone pongono su quali siano le differenze tra psicoterapia individuale e di gruppo.

In un gruppo ci occupiamo al contempo delle persone che lo compongono quanto della composizione stessa del gruppo, riconoscendo ad esso un valore terapeutico come agente di cambiamento e specchio delle trasformazioni o rigidità volte alla conservazione dello stato di esistenza stessa del gruppo… o potremmo dire Comunitá, se non addirittura Società!

Bion stesso già diceva:

Non si è ancora cercato di spingere la società a curare i suoi disturbi psicologici con mezzi psicologici, perché essa non ha raggiunto una capacità di introspezione sufficiente a valutare la natura delle sue sofferenze.

Immediato il riferimento a tutti gli elementi di malessere, per non dire patologia, che la nostra società porta con sé senza esserne troppo consapevole.

Inevitabile lasciar andare il nostro pensiero di ‘terapeuti di gruppi’ e dunque in qualche modo di micro-società a tutte le fantasie di cura e cambiamento che per mandato professionale e indole naturale siamo portati a immaginare e anche un po’ presuntuosamente tentare di mettere in azione.

Partendo da cosa?

Dall’obiettivo ambizioso di 

educare ed addestrare le comunità nei problemi delle relazioni interpersonali.

Come l’immagine del sasso lanciato nell’acqua cosi abbiamo l’ambizione di veder propagare il cambiamento come un’onda sulla superficie, dal micro al macro, proprio come molti giganti sulle cui spalle ci orientiamo oggi, avevano già idealisticamente immaginato o almeno fantasticato.

Riferimento bibliografico

Wilfred R. Bion, Esperienze nei gruppi, Armando editore