Tempo e spazio per Sé

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Evolvendo 2024

Per prendersi cura di Sé occorre accorgersi dei propri bisogni e desideri. Non sempre ci concediamo il diritto di farlo. Possiamo scegliere in che modo dare spazio alle nostre emozioni, per meglio rispondere ai nostri bisogni e desideri.

Io sono qui e ora

Nel dialogo con il proprio mondo interno lasciamo spazio a parole, immagini e sensazioni.

Le parole liberano lacrime.

Sensazioni vibrano e sottopelle sono.

Mi faccio forma e contatto

sguardi imprevisti e luci

Ascolto me nell’incontro tra mondi

E sono sempre io

in viaggio sul confine della pelle,

mentre libero respiri.

Evolvendo

Giornata di lavoro con metodologia integrata sui processi somatici (Movimento Evolutivo Dinamico) e di contatto con il mondo interno (Psicodramma Moreniano).

Condotta da Claudia Pastorini e Tatiana Sicouri – Milano – 21 Aprile 2024

Evolvendo in primavera

La proposta di laboratorio esperienziale incontra l’esigenza, espressa dai partecipanti, di poter prendere un tempo per sé in cui conciliare la dimensione emotiva con il bisogno di espressività corporea.

Tutte le persone interessate possono partecipare al laboratorio, senza particolari requisiti o esperienze pregresse.

Laboratorio espressivo di movimento e parola, per accedere ai propri contenuti emotivi a partire dai bisogni del corpo…ma anche per riconoscere le potenzialità del movimento, attraverso la consapevolezza delle proprie emozioni.

L’origine nel corpo

Come psicoterapeuta e psicodrammatista perseguo da tempo una metodologia di lavoro che intende integrare processi somatici e consapevolezza emotiva.

Lo studio di approcci che consentono di lavorare parallelamente su queste due dimensioni evolve in un percorso di ricerca continua e sempre mutevole.

Zerka Moreno intervistata da Sergio Guimaraes

Ascoltando Zerka Toeman Moreno ritrovo il seme del lavoro quotidiano, riconoscendo il corpo come luogo d’elezione nel processo di ‘riscaldamento’ (warming up) del gruppo al processo terapeutico, che attraverso la relazione innesca poi dinamiche potenzialmente evolutive o di approfondimento dei propri processi emotivi e umani.

L’accesso al mondo interno porta spesso difese emotive funzionali, che ne possono rendere tortuosa e impervia la via di ingresso. Non sempre il desiderio di iniziare un percorso terapeutico va di pari passo con la disponibilità ad aprirsi, né con la facilità ad accedere alla propria storia emotiva e relazionale. Poter lasciare il giusto tempo perché accada permette di accoglierne sfumature spiacevoli e momenti di stallo. Quando ascoltiamo la voce del corpo ne vediamo più chiaramente le incrinature e aperture.

La parola segue l’emozione e l’emozione segue l’esperienza, che il corpo incarna e digerisce, concretizza definendone confini e forme.

Pane al pane…vino al vino

Dare spazio al contatto tra mondo interno e mondo esterno non è sempre facile e non per tutti è pratica quotidianamente accessibile.

Nei percorsi di crescita personale e psicoterapia spesso cerchiamo di offrire occasioni di contatto tra mondo emotivo e corpo, tra relazioni umane ed equilibrio personale, tra pensiero razionale e impulsi più o meno urgenti.

Non sempre abbiamo la disponibilità emotiva e il tempo necessario per lasciare aperta la porta che connette mondo interiore e ‘fare quotidiano’, perché le molte richieste della società in cui viviamo porta a rispondere in modo rapido e talvolta stereotipato.

Abbiamo bisogno della giusta dimensione temporale ed accoglienza umana per concederci di lasciare in sospeso la risposta d’azione che sia unitamente autentica e potenzialmente libera da pregiudizi.

A volte abbiamo bisogno di essere accompagnati in questo percorso di ascolto di noi stessi, perché il linguaggio del corpo e delle emozioni non sono sempre sintonizzati sulla stessa frequenza e le persone intorno a noi potrebbero non incontrarci nello spazio-tempo utile ad accogliere le nostre ‘nuove sfaccettature’ identitarie. Occorre essere accolti e consolidare, per poter poi sperimentare e trasformare le intenzioni in azioni, poi in qualità relazionali, fino ad evolvere in nuove dinamiche di interazione sociale, veicolando talvolta atteggiamenti e posture nuove, forme del corpo e della narrazione somatica.

La concretezza del corpo ci aiuta a costruire narrazioni umane ricche di emozioni, attraverso processi simbolici, nell’incontro con l’Altro e con la nostra più profonda e sincera matrice interna.

To Play On-line

Workshop di Psicodramma On-line … Alla ricerca del bambino interiore

Anche solo un anno fa non l’avremmo creduto possibile…

Una due giorni di Workshop di Psicodramma con 70 persone condotto in modalità remota. Io probabilmente non mi sarei iscritta. La base dello Psicodramma è l’incontro: le relazioni, il corpo, lo sguardo…

Come è possibile vivere online l’Incontro “occhi negli occhi” di cui parla Moreno?

Eppure è stato possibile sperimentare un processo intrapsichico e interpersonale attraverso lo schermo, bidimensionale, senza contatto nè reciprocità di sguardi diretti. E invece la sensazione è di aver scambiato sguardi, di aver incontrato persone reali, non virtuali, con le emozioni e il mondo che si crea nel qui e ora della relazione co-costruita.

Fabian Blobel – Aipsim 2020

Alla base di tutto indubbiamente la grande competenza e la grande energia creativa del conduttore, Fabian Blobel, la sua presenza scenica e la sua capacità di credere profondamente nel processo di gruppo e nel potenziale creativo dell’Essere umano, proprio nella sua dimensione ‘bambina’, quella parte ancora fiduciosa e rinnovata nei confronti dell’esperienza, come occasione di crescita e gioco… to play…giocare, mettere in scena, in azione parti del proprio palcoscenico interno.

E ci abbiamo creduto anche noi tutti!

Abbiamo avuto fiducia e siamo diventati bambini, animali, microrganismi, supereroi. Abbiamo sentito nel nostro potenziale espressivo un carico di risorse trasformative, generate dalla fantasia e dalla fiducia, che ha radici nei nostri sogni, ma anche nella consapevolezza di quello che siamo, dei nostri limiti e delle nostre paure, dei nostri desideri e dei nostri ideali…

E’ dalle alte aspirazioni che si comincia a costruire il proprio futuro, a progettare possibili slanci evolutivi per sè e per il proprio palcoscenico interno.

Palcoscenico interno

Tornare a casa…restando a casa… con energie rinnovate e un piacevole di senso di appartenenza alla famiglia allargata, di coloro che credono che ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare il proprio e l’altrui mondo.

E’ stato uno psicodramma!!!

Espressione comunemente diffusa!

E’ stato uno psicodramma!!!

Per lo più impropriamente.

Si usa dire così di fronte a momenti di plateale scambio dialogico tra persone, verosimilmente qualcosa di molto simile ad una scena teatrale, spesso conflittuale e ad alto volume.

Perchè si tende ad associare i momenti di sfogo libero delle emozioni, in forma teatrale e plateale allo Psicodramma?

Lo Psicodramma è una metodologia terapeutica e di conduzione di gruppi in ambiti molteplici. Specificità dello psicodramma è la concretizzazione scenica, ossia la messa in azione, in uno spazio chiamato Teatro di Psicodramma, di emozioni, parti di mondo interno delle persone, dinamiche relazionali e sfumature emotive ad esse connesse.

Si pensa, impropriamente, che “fare psicodramma” significhi fare una sceneggiata, amplificare in modo libero e indistinto le proprie emozioni, lasciando sfogo incontrollato ai propri impulsi emotivi, nelle relazioni umane.

Paradossalmente è proprio il contrario!

Nello Psicodramma il conduttore, non a caso chiamato Direttore di Psicodramma, veicola e contiene l’espressione delle emozioni organizzandole sulla scena, in modo che la persona possa sì esprimerle liberamente, ma in modo strutturato e funzionale alla consapevolezza e riorganizzazione di esse nel proprio mondo emotivo interno.

Fare Psicodramma, cioè, significa proprio dare forma e orientare emozioni e pensiero, per meglio comprenderle e incanalarle, evitando che esse si esprimano in modo indistinto e incomprensibile per sè e per le persone vicine, con il rischio di essere fraintese e generare conflitti e trasfigurazioni.

In alcuni programmi televisivi le persone sono invitate a lasciar fluire in modo incontrollato le emozioni, generando momenti di grande impatto scenico, che però non hanno nulla in comune con lo Psicodramma. Casomai possono essere più propriamente associate alla Commedia o a forme di Teatro che intendono porprio suscitare sorpresa e generare nel pubblico emozioni di rispecchiamento.

Lo sforzo disperato che compie l’uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro.

Eduardo De Filippo

Incontro Prezioso

La Bambola Abayomi e l’Incontro con la fiducia in Sé

IAGP Iseo Conference 2019 – Workshop di Psicodramma interiore con le bambole Abayomis ( Maria Cèlia Malaquias, Brasil)

E’ nata tra le mie mani. Da tre semplici fili di stoffa. Ha iniziato a prendere corpo e acquisire gradualmente una sua identità. Ha preso forma tra le mie dita, ha scelto i suoi vestiti e la direzione del suo volto. Poi all’improvviso ha iniziato a guardarmi!

Così per caso, grazie a Maria Cèlia Malaquias, mi sono trovata a conoscere la storia triste e romantica di questa bambola nera. Le madri, durante il viaggio in nave degli schiavi deportati dall’Africa al Brasile, tentavano di alleggerire il peso della schiavitù dei propri figli, staccando pezzi di stoffa dai propri abiti, per farne bambole preziose. Boneca Abayomi significa proprio (parola di origine Yoruba) ‘Incontro Prezioso‘. Rappresentano felicità e gioia. Sono realizzate esclusivamente con nodi.

Il nostro Incontro Prezioso è stato un prendersi cura reciproco, l’una dell’altra con candida semplicità. Io l’ho aiutata a prendere forma e lei mi ha mostrato ciò che di me avrei potuto risvegliare, con un atto di fiducia e paziente serenità.

Appagate e reciprocamente riconosciute ci siamo regalate un amorevole sorriso, prima di aprire lo sguardo all’Altro, colui che incontriamo accanto a noi, per ascoltarne le storie e le emozioni.

Lo Psicodramma è una Metodologia (e non una tecnica, come alcuni pensano) che consente di accedere a contenuti interni attraverso molte strategie o strumenti (come la bambola, il disegno, la fotografia e molto altro) che facilitano i processi di auto-osservazione e identificazione. Ciò accade perchè le strategie relazionali utilizzate, valicano con autentica semplicità alcuni ‘ostacoli’ della nostra coscienza, lasciando libero accesso a contenuti profondi, spesso incapsulati dentro sovrastrutture cognitive o culturali.

L’Incontro con la bambola è stato l’incontro con me stessa, con una parte di me che non avevo considerato o non volevo ascoltare prima, ciò che J.L.Moreno chiama Teatro Interno. Noi siamo esseri multiformi e ricchi di contradditorie verità. Spesso fatichiamo a dare il giusto valore ad ognuna di queste parti, nella difficoltà di integrare conflitti e ambivalenze.

Eppure quando accettiamo di essere Individui complessi si apre una varietà di mondi …di cui non potremo mai più fare a meno!

La poesia di questo Incontro ha rinnovato le intenzioni per i tempi a venire, nel quotidiano lavoro delle relazioni. Adesso siamo pronte per guardare con occhi puliti l’Altro da noi, prima di chiedergli come si chiama.

Psicodramma pubblico

Psicodramma a più voci 2017

Sessione di Psicodramma pubblico | Un’esperienza di crescita personale

Il tempo del corpo e il tempo delle emozioni

All’interno della annuale rassegna nazionale di Psicodramma a Più voci (Provaglio di Iseo), ho proposto una sessione di psicodramma classico, che mettesse il fuoco proprio sul corpo, nelle sue dimensioni:7a

  • espressiva
  • relazionale
  • emozionale
  • esperienziale
  • giocosa

La proposta ha stimolato un processo di ricerca personale che partiva dall’ascolto del proprio corpo e delle sue parti forti, che più di altre potevano rendersi disponibili all’incontro con gli altri.

Le occasioni di incontro e relazione psico-fisica sono state una possibilità di apertura alla propria memoria corporea e alle emozioni connesse all’esperienza del qui e ora.

L’evoluzione di processo del laboratorio ha lasciato un ampio spazio al lavoro con il protagonista, secondo modalità psicodrammatica, centrando sulle emozioni del corpo e sulle sue forme la costruzione della scena e la relazione con gli Io-Ausiliari.

In chiusura abbiamo dato forma al “corpo del gruppo” secondo una visione soggettiva delle parti che lo componevano per rilevanza emotiva.

La dimensione tempo: il senso dell’attesa

Il rispetto dei tempi soggettivi è stato per me il livello di attenzione prevalente durante tutto il lavoro. In considerazione della portata vincolante del tempo oggettivo nella vita quotidiana, ho intenzionalmente lasciato che a tutti i partecipanti fosse data la possibilità di “attendere“, nel senso etimologico di ad-tendere, inteso come dis-tendere ma anche di desiderare, aspirare, tendere a qualcosa.

attesa1L’attesa è generalmente intesa come una noiosa fase di passaggio obbligato, in cui nulla accade perché transitoria e assolutamente accidentale e soprattutto imposta da eventi esterni. L’esperienza di ascolto del corpo e dei suoi bisogni, di ricerca di forme e direzioni per sé e nella relazione con altri, veicola in realtà una condizione di sospensione delle intenzioni, per lasciare spazio ad un vuoto di apertura, che offre occasioni per l’ingresso del “nuovo”.

In questa prospettiva di visione  ciò che sembrava inutilmente assente, il fare, diventa uno spazio libero per lasciar entrare immagini, desideri, bisogni, intenzioni nuove e decisioni che includono parimenti corpo e mente, emozioni e ragionamenti. In quell’incontro-contatto accadono eventi inattesi e fortemente unici, nati nella relazione e in quello spazio-tempo unico irripetibili e per lo più involontari. Perché originati dalla relazione tra due persone, che non mettono intenzioni di volontà alla base del movimento-forma, bensì l’ascolto. Da questa preziosa scintilla di ascolto prende forma la relazione psico-corporea tra due storie, mondi individuali, che offrono la propria fiducia alla nascita di un tratto di storia condivisa.

La magia dell’attimo irripetibile può essere ascoltato e dare forma e voce a immagini, emozioni e desideri.

In questo senso comprendo la difficoltà di alcune persone del gruppo, che non hanno trovato in questa possibilità di esperienza un utile sguardo su di sé, forse troppo protese, come spesso siamo, verso aspettative di “azione” tout court.

Sessione di Psicodramma pubblico | Un’esperienza di crescita personaleLa mia gratitudine va, come sempre, a tutte le persone che affidandosi hanno lasciato all’esperienza la possibilità di essere in sé un’isola di gioco, esperienza, ricerca e incontro.