Come psicoterapeuta e psicodrammatista perseguo da tempo una metodologia di lavoro che intende integrare processi somatici e consapevolezza emotiva.
Lo studio di approcci che consentono di lavorare parallelamente su queste due dimensioni evolve in un percorso di ricerca continua e sempre mutevole.
Ascoltando Zerka Toeman Moreno ritrovo il seme del lavoro quotidiano, riconoscendo il corpo come luogo d’elezione nel processo di ‘riscaldamento’ (warming up) del gruppo al processo terapeutico, che attraverso la relazione innesca poi dinamiche potenzialmente evolutive o di approfondimento dei propri processi emotivi e umani.
L’accesso al mondo interno porta spesso difese emotive funzionali, che ne possono rendere tortuosa e impervia la via di ingresso. Non sempre il desiderio di iniziare un percorso terapeutico va di pari passo con la disponibilità ad aprirsi, né con la facilità ad accedere alla propria storia emotiva e relazionale. Poter lasciare il giusto tempo perché accada permette di accoglierne sfumature spiacevoli e momenti di stallo. Quando ascoltiamo la voce del corpo ne vediamo più chiaramente le incrinature e aperture.

La parola segue l’emozione e l’emozione segue l’esperienza, che il corpo incarna e digerisce, concretizza definendone confini e forme.

